La mistica è un processo in cui l’esistenza di Dio diventa carne e sangue nella vita mia e non un processo in cui posso scappare da me stesso. Una svolta decisiva è per Guglielmo la scoperta che sono creato all’immagine e alla somiglianza di Dio. Questa origine è la nobiltà dell’uomo che supera tutto. Benché sono ormai allontanato dalla mia natura propria e dall’obiettivo originario della mia essenza. Ciò non condurrà a riflessioni tristi sullo strappo dell’esistenza umana, ma piuttosto a la scoperta lieta di una forza dinamica che può ispirarmi. Ovviamente l’immagine di Dio è stabilmente ancorata in me come un principio dinamico, cioè come origine di crescita e movimento. Sono creato in vista di procedere verso una sempre maggiore somiglianza con Dio.

Nell’introduzione Guglielmo scrisse: “Perciò mentre ci prepariamo a leggere l’epitalamio, il cantico nuziale, il cantico dello Sposo e della Sposa e a approfondire la tua opera ti invochiamo, Spirito Santo, per essere riempiti del tuo amore, o amore, e poter capire il cantico dell’amore. Così anche noi potremo partecipare entro certi limiti al colloquio fra lo Sposo e la Sposa perché si realizzi in noi quello che leggiamo. Infatti quando si parla di sentimenti solo chi prova dei sentimenti analoghi può capire facilmente quello che viene detto.”

“Allora facci aderire a te, santo Spirito, santo Paraclito, santo Consolatore. Consola la povertà della nostra solitudine che non cerca nessun conforto al di fuori di te, illumina e vivifica il desiderio di chi tende per trasformarlo nell’amore di chi gode . Aiutaci a amare veramente perché tutto quello che sentiamo e diciamo scaturisce dalla sorgente del tuo amore. Magari leggessi il cantico dell’amore in modo tale di accendere l’amore stesso in noi! Anzi potesse l’amore stesso spiegarci al suo livello il suo cantico!”

Bernardo di Chiaravalle e Guglielmo di Saint-Thierry hanno capito che la vita di preghiera è una scuola dell’Amore, in cui lo Spirito santo è il maestro. Lo Spirito è Amore e accende il fuoco del Suo Amore, sicché diventiamo – malgrado noi stessi e senza noi – strumento dell’Amore di Dio. “Tuttavia, questo modo di pensare Dio non è in potere di chi lo pensa, ma della grazia di chi lo dona; quando, cioè, ad aspirarlo è lo Spirito santo, che spira dove vuole, quando vuole, come vuole e per chi vuole.”

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